A Venezia con Malpiero

Annalisa Cima
G.F. Malipiero a Venezia
 (prosa)
“Occhio magico” n. 5,
a cura di Vanni Scheiwiller
con una prosa poetica dell’autrice
e uno scritto del Maestro Malipiero
12 fotografie di Franco Bottino.
All’insegna del Pesce d’Oro, 
Milano 1968

 

A VENEZIA CON MALIPIERO

Una Venezia autunnale, quasi sera, un po' di nebbia: Malipiero ci mostra angoli inediti non ancora rovinati dal turismo di massa.
"Maestro, mi servono delle sue foto per un ritratto", già l'amico fotografo si avvicina e scatta, Malipiero indietreggia: 
"Retrocedo come la musica contemporanea, e perdo l'obbiettivo perché detesto farmi fotografare. Non lo volevo spaventare, ho tentato di colpirlo col bastone istintivamente, dimenticavo che era con noi. Odio i fotografi e la pittura astratta; ci siamo già visti?… Lei dipinge?…"
"Sí, astratto. Ci siamo conosciuti ad Asolo."
Sale di corsa i gradini dei ponti, piú cauto, nella discesa, continua il suo soliloquio:
"Ripeto la frase di un mio libro: "Non ti curar del popolo, perciocché basta che io piaccia a te e alle Muse.""
Lo boicottano, e quel che è peggio colpiscono la musica infierendo su di lui.
"Siamo arrivati alla casa che mi ha dato i natali: "Salizada de la Chiesa o del Teatro"
allusivo, e dove se non qui potevo nascere?…"
"Mi sottopongo alla fotografia di rito…" guarda ironico, sorridente, pronto al ring
quotidiano, bastone in pugno, noi ammirati spettatori in una Venezia malinconica, lui combattente fiero e accigliato attacca per difendere il suo grande amore la musica.

Annalisa Cima

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